Fermati all’ingresso trentotto ragazzini perché senza attestazione di nazionalità al seguito. E’ accaduto ad una comitiva, partita da Palermo, davanti agli ingressi della Valle dei Templi di Agrigento. I ragazzi, dai 6 ai 12 anni, tutti nati in Sicilia ma figli di marocchini, ivoriani, algerini, senegalesi si sono visti negare l’entrata alla biglietteria del parco per colpa di un ‘cavillo burocratico’. L’entrata alla Valle, infatti, è gratuita per tutti i ragazzi minorenni appartenenti alla Comunità Europea. Una circolare dell’assessore regionale, però, stabilisce che, nel caso in cui venga richiesto, è necessario dimostrare la propria ‘provenienza’ europea. La bigliettai ha semplicemente seguito alla lettera questa direttiva scatenando così un giusto vespaio di polemiche. Dopo questo avvenimento l’assessore ai beni culturali Lino Laenza ha fatto pubblica ammenda promettendo l’estensione dell’ingresso gratuito anche ai ragazzi non comunitari. E’ facile immaginare la reazione dei ragazzi, per l’ennesima volta additati come diversi, e dei loro familiari. La gita era stata organizzata dall’associazione palermitana Ziggurat che gestisce laboratori per bambini in alcuni quartieri a rischio. “Mentre gli altri bambini tedeschi e francesi entravano – racconta Fabrizio Ferrandelli, responsabile dell’asilo Ubuntu, che ospita bambini stranieri nel quartiere Ballarò – i nostri sono stati fermati per il colore della pelle”. Facile ore archiviare il tutto come “burocrazia poco elastica ma non certo come atto di razzismo” come definisce l’accaduto Laenza. Intanto, se i ragazzi fossero stati australiani o sudafricani o neozelandesi, nessuno si sarebbe scomodato a chiedere la loro cittadinanza e sarebbero potuti entrare tranquillamente gratis. Invece, è bastato vedere una mandria di ragazzini fumè per chiudere i battenti ed inscenare l’ennesima bagarre tra le comunità. Tra le cose più incredibili di questa vicenda c’è anche la ricostruzione fatta dal direttore dell’Ente Parco, Pietro Mieli. Secondo Miele l’addetta alla biglietteria non avrebbe neanche visto i bambini che sarebbero rimasti sull’autobus, ma solamente i due accompagnatori. Se fosse così non si capirebbe il perché della richiesta della nazionalità, visto che i due accompagnatori erano italiani e il pullman pure. Fa rabbia invece l’accusa del consorzio che addita il tutto come “una negligenza degli organizzatori del tour. Presentando una richiesta motivata all’ente avrebbero ottenuto l’esenzione del pagamento del ticket”. Perché poi un’associazione italiana in gita con un gruppo di ragazzi nati in Italia e minorenni avrebbe dovuto presentare una richiesta motivata per poter entrare gratis al parco rimane un mistero.
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