Sciopero dei blog? Meglio non aderire
Amici, coniglietti miei, eccomi pronto per la prossima scarica di vaffa che mi arriverà dalla Rete. Certo non dai promotori dello sciopero dei Blog che dovrebbe svolgersi il 14 luglio, che sono giornalisti che si occupano di blog, docenti che si occupano di blog, testate che si occupano di Blog a cui si accodano i soliti noti: l’incazzoso Luca Sofri, il soffice Sabelli Fioretti, l’inutile Adinolfi, e gli illustri Neri, Di Frenna, Granieri, Ribecchi, Zambardino ecc, questi non si occupano di piccoli pensatori come me. Mi aspetto reazioni scomposte dai qualsiasi, dai qualsivoglia, dai niente e nessuno che come me trasportano informazioni e notizie. Perché in questi vicoli elettronici funziona così, e così deve funzionare.
Invece, quello che offrono i capoccioni summenzionati (e altri illuminati), è di reagire ad un cerchio magico in cui vogliono cacciarci con una legge iniqua facendoci entrare in un altro cerchio magico che è l’intrupparsi in masse amorfe decelebrate dirette da loro (Nota 1) dimenticando che il Web usando un’informazione pluridirezionale, non è adattabile a nessuna forma di gerarchia.
Tempo fa, rispondendo a Umberto Eco che usava in modo dispregiativo il termine Hacker, mi rifacevo alle considerazioni di McKenzie Wark, docente alla New School University di New York, che ha pubblicato in Italia: ‘Un manifesto Hacker – Feltrinelli” dove, analizzando i termini del nuovo conflitto sociale e del nuovo pensiero libertario che ha accompagnato lo sviluppo di Internet, parla di conflitto tra classe vettoriale (per esempio Berlusconi e il possesso dei mezzi di comunicazione) e quelli come me (come noi) che forniscono nuove informazioni da dati non pre-elaborati, che hanno il fine di estrarre nuova conoscenza e liberano il virtuale nell’attuale. Quelli come me (come noi), lui li definisce: Hackers ma in una nuova accezione del termine:
HACKERS DELL’INFORMAZIONE
Qualcosa che per il momento equivale ad una forma di anarchia virtuale.
Questa è la ragione per cui, ça va sans dire (o che bello! Ho trovato on line la cediglia) non solo trovo ridicolo metterci un bavaglio per combattere chi vuole metterci un bavaglio, ma invito pure quelli che come me abbiano un minimo DI DUBBIO (non oso dire discernimento) a non aderire a questo ridicolo sciopero.
P.S.
Gli scioperi in Italia negli ultimi cinquant’anni, se la Storia insegna qualcosa, sono serviti prevalentemente ai sindacalisti.
(Nota 1) Siete pregati di esimervi dal criticare il “Cerchio Magico” come esempio poco adatto alla questione perché lo ha citato Marshall McLuhan nel 1965 quando affrontò l’argomento che stiamo trattando ora.
www.giornalismi.info/aldovincent
“dimenticando che il Web usando un’informazione pluridirezionale, non è adattabile a nessuna forma di gerarchia”
Ho aderito allo sciopero, ma la tua affermazione è condivisibile. Credo che la manifestazione di sciopero sia sincera, ma la preoccupazione che qualcuno voglia creare la Casta dei professionisti della rete è reale… e poi chi decide chi è professionista e chi no? Occhi aperti…