Lettera aperta a Ezio Mauro, Direttore di Repubblica
Carissimo Direttore,
non se se le sarà mai capitato di leggere le mie facezie, ma la sua Redazione sì, tanto che qualche volta ricevo mail strettamente anonime che mi incoraggiano. Chissà perché anonime, dico io, ma poi ripensandoci devo riconoscere che non sono una frequentazione da curriculum e pure io, se scoprissi un amico che frequenta un tipastro come me, lo guarderei con sospetto…
Insomma, per dirle che spero che qualcuno della redazione le metta sotto gli occhi questa mia, perché dopo la quattro-giorni-quattro dedicata da tutti i quotidiani italiani al ritardo mestruale della Tatangelo, vedere come voi pedissequamente continuate ad inseguire il nostro premier sul terreno della piccola Noemi mi torce le budella. Non che non abbiate le vostre sacrosante ragioni, per carità, e le condivido pure, ma Quello è sgusciante come un’anguilla e se nemmeno i giudici italiani riescono ad afferrarlo figuratevi voi, che peraltro ormai rappresentate una razza di giornalismo in pericolo d’estinzione…
Vabbè.
Eppure, una maniera ci sarebbe.
Voglio dire, invece che spaccare i maroni (lo scrivo minuscolo ma non fa differenza) ai lettori con questa inutile sciacquetta, un modo di tagliare la testa al toro ci sarebbe eccome!
Ma, dico io, possibile che ad una vecchia scarpaccia come Lei sia sfuggita l’intervista della famiglia Letizia al settimanale Oggi? No, non mi riferisco alla piccola che dichiara di voler seguire le orme della madre che faceva la valletta in televisione, ma proprio la dichiarazione di Mamma Anna. Gliela riporto quasi integralmente:
…e la mamma che sa esattamente quando è stata concepita Noemi: “la notte tra il 2 e il 3 agosto. Nove mesi dopo: una bimba bellissima di 3 kg e 250 grammi”.
Via, Direttore, non sente pure Lei un vago sapore di “avvertimento camorristico”? Non si chiede come fa una donna nel tran tran matrimoniale a ricordare “proprio” quella data? In letteratura c’è il solo esempio di Filomena Marturano, che è un personaggio teatrale e che tra i tanti “convegni amorosi” si segnò la data dell’amplesso con Don Mimì che raramente andava trovarla. E se si trattasse pure qui di un Don Mimì e di un’occasione speciale?
Forza, Direttore, coi suoi potenti mezzi e l’archivio del giornale non dovrebbe essere difficile localizzare dove fosse il Nostro in quella data.
Vediamo, era il 1991, vado a memoria:
Aveva scritto un libro per prepararsi a scendere in campo e lo distribuiva da carbonaro ai quadri Fininvest (altro che il 1994, data della sua scesa in campo. Lo denunciò proprio Repubblica, ricorda?) il suo gruppo aveva 5 miliardi di dollari di debiti e Lui esportava illegalmente un miliardo di dollari all’anno per comprare programmi. Con la Harmony Gold di Frank Agrama costituiva all’estero un gruzzolo in nero per evadere (dicono i giudici) e per corrompere.
Aveva smentito un’intervista rilasciata a Montanelli sul Giornale perché “dichiarazioni contrarie al mio pensiero e alla realtà dei fatti, frutto evidente di una cattiva interpretazione.” Si parlava di SIR, lodo Mondatori, Previti, corruzione di giudici…
Oddio, Direttore, fermiamoci qui, perché scrivendo mi rendo conto che la strada che le ho suggerito non è praticabile. Figurati se Quello Lì, con tutti i pasticci che ci aveva per la testa, trovava il tempo per scoparsi una letterina.
Lasciamo perdere, va. Continuate pure alla vostra maniera, vorrà dire che vi seguirò strizzandomi i maroni (lo scrivo minuscolo ma…)
Cordialità
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