Storica vittoria per il Codacons e per il comitato No Dal Molin in merito all’ampliamento della base Usa a Vicenza. Il Tar del Veneto ha, infatti, accolto il ricorso presentato dall’associazione dei consumatori e depositato la sentenza che ferma di fatto i lavori. A rischio la situazione ambientale ed urbanistica della città e le sue falde acquifere. I giudici del Tar, come fanno sapere dalla Codacons, hanno accolto i dubbi manifestati sulla Vinca, la Valutazione di incidenza ambientale, depositata dalla Regione Veneto che “pur intitolata “Progetto ovest”, sembra riferirsi al vecchio progetto e non tenere in alcun conto il progetto alternativo richiesto dal Commissario Costa che prevedeva accesso alla base da nord”.
Tra le motivazioni al diniego figura anche la mancata consultazione della popolazione vicentina, (prevista invece dal memorandum Usa-Italia) esclusa totalmente da decisioni che riguardano strettamente il loro territorio e che influenzerebbero la loro stessa vita. Il sindaco di Vincenza, Achille Variati, da sempre contrario al progetto, ha annunciato che verrà indetto un referendum ad ottobre in cui finalmente i suoi cittadini potranno esprimere il loro parere in merito: “La giunta – ha spiegato – proporrà la consultazione popolare nella seduta del consiglio comunale programmata per il 26 giugno”.
Tornando alla sentenza, il tribunale amministrativo sottolinea altresì che nel procedimento per l’ampliamento sussistono anche “altri profili di illegittimità, alla luce della normativa nazionale ed europea”. L’autorizzazione, inoltre, sarebbe stata rilasciata “non solo per quanto riguarda l’insediamento delle nuove strutture della base militare, ma anche per la realizzazione delle relative opere, senza procedere alla verifica ex ante, del rispetto delle condizioni esplicitamente apposte”. Il bando di gara per le opere, già effettuato, in pratica non avrebbe rispettato “le normative europee e italiane in materia di procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione di commesse pubbliche”.
Se questo non bastasse nessun documento a supporto dell’atto di consento sarebbe stato compilato in modo scritto. Il consenso espresso dal Governo italiano a quello degli Stati Uniti, in ‘modo verbale’, sarebbe, secondo il Tar, ‘extra ordinem’ e illegittimo così come illegittima è l’autorizzazione rilasciata da un dirigente del Ministero della Difesa senza una assunzione di responsabilitè formale e scritta del Governo. Una vittoria incredibile ed insperata, dopo due anni di lotte e tante polemiche, che il presidente dell’Ecoistituto del Veneto Michele Boato ha commentato con un “Davide ha fermato Golia”.
E per una volta ben vengano le buone notizie!
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