La relazione tra le Stronzate e Berlusconi
Quando Harry G. Frankfurt pubblicò in Italia il suo saggio che venne tradotto da Rizzoli col titolo STRONZATE, pure Umberto Eco ci fece una bustina ed io, nel mio piccolo, ci ricamai sopra una lezione per il mio corso sulla comunicazione che tenevo a Cuba.
Io lo tradussi in spagnolo come Boludeza, Estupideza, Pendejera, ma pure loro usano “Hablar de mierda” nelle espressioni più popolane, rifacendosi scatologicamente pure a Bullshit che tradotto letteralmente vuol dire cacca di toro.
Comunemente si dice contro qualcosa che viene affermato e che alle nostre orecchie suona come assurda. Max Black in un suo trattato di filosofia, aveva definito la stronzata come “sciocchezza in quanto falsa rappresentazione della realtà o del proprio pensiero – pur senza arrivare alla menzogna – messa in atto con parole o attitudini pretestuose. Ma in che modo una stronzata è più forte di una sciocchezza, e secondo: cosa significa fornire una falsa rappresentazione senza mentire?
Intanto occorre definire la menzogna: chi mente sa di non dire il vero e lo dice per ingannare. Se uno dice il falso senza saperlo, invece si sbaglia o è un folle. Quando il Vaticano dice che gli Africani non devono usare i preservativi perché da quelle parti sono di cattiva qualità, saremmo portati a pensare che stia dicendo una menzogna, però poiché sappiamo tutti che i sacerdoti sono casti e non conoscono tecnicamente come si usa un preservativo (ehehehehe) dovremmo semplicemente pensare che stiano dicendo una stronzata per fornire (parole del filosofo Black) una falsa interpretazione non solo della realtà esterna ma anche dei propri pensieri, sentimenti e atteggiamenti.
Questo accade anche a Berlusconi che quando dice di essere il miglior presidente degli ultimi 150 anni o il più perseguitato dalla Giustizia della Storia, non lo fa solo per farci credere che realmente sia così, ma lo dice pure per convincerci che lui crede davvero che sia così! E Frankfurt lo chiarisce perfettamente: questo tipo di stronzata a differenza della menzogna, ha il fine primario non quello di fornire una falsa indicazione sullo stato della realtà (altrimenti sarebbe menzogna) ma di fornirci la falsa impressione che quello che sta dicendo passa veramente per la mente del Cavagliere Smascherato.
Capite l’arcano?
È qui che l’opposizione sbatte continuamente il naso contro il muro di gomma della distorsione della realtà. Quando si trova davanti ad asserzioni che non sono menzogne ma semplicemente stronzate, attaccano tutti a testa bassa spostando il baricentro delle questioni essenziali, ritrovandosi poi a disquisire alle stronzate con altre stronzate.
Perché – continua Frankfurt – chi ha detto la stronzata iniziale, ha fatto certamente un’affermazione errata senza preoccuparsi di sapere se dice il vero o il falso:
“Quello che di sé ci nasconde chi racconta stronzate è che i valori di verità delle sue asserzioni non sono al centro del suo interesse.“
Continua Frankfurt: “I campi della pubblicità e delle pubbliche relazioni e quello, oggi strettamente correlato, della politica, sono pieni di stronzate così assolute da essere diventati ormai indiscussi paradigmi del concetto“. Il fine della stronzata non è neppure quello di ingannare su degli stati di cose, è quello di fare colpo su uditori dalle scarse capacità di distinguere il vero dal falso – o anch’essi disinteressati a queste sfumature. Credo che chi pronuncia stronzate confidi anche nella debole memoria del suo uditorio, il che gli consente anche di dire stronzate a catena che si contraddicono tra loro:
“Il produttore di stronzate. cerca sempre, in un modo o nell’altro, di passarla liscia“.
Capito?
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